Hanumanasana: la devozione nella pratica

Hanumanasana è una posizione indubbiamente difficile che richiede un profondo lavoro sulle anche.
Tuttavia è interessante andare a fondo nel suo significato, per scoprire che il potere racchiuso nella posizione può essere sperimentato anche senza eseguire la posizione nella sua forma completa.

Innanzitutto capiamo che essa prende il nome dal dio Hanuman, la divinità indiana con il viso di scimmia che è l’incarnazione della devozione e dello spirito di servizio.
Il IV libro del poema epico Ramayana ci racconta la leggenda di Hanuman, fedele servitore del principe Ram, esempio di saggezza e coraggio, cui era stata rapita la sposa, Sita, che era stata condotta in quella che oggi chiamiamo isola di Sri Lanka. Hanuman riconosce la condotta divina di Ram e questo è il primo indizio della sua capacità di percepire cose più importanti delle apparenze.

Per riportare Sita a casa Hanuman compie un enorme balzo che gli permette di attraversare l’Oceano: è il simbolo della nostra capacità di attingere ai nostri poteri interiori che ci permettono di raggiungere obiettivi che sembrano impossibili. Grazie al fedele servizio di Hanuman Sita ritorna a casa e Ram recupera la felicità del suo regno. E’ la parabola di ciò che accade quando riconosciamo la natura divina che è in noi e ci lasciamo trasformare da essa in modi che non avremmo mai creduto possibili.
E’ una posizione che possiamo sperimentare anche se non arriviamo all’esecuzione finale, magari praticandola con le mani in appoggio su due sedie, ricercando una sensazione di apertura e radicamento nella pelvi, mentre il cuore si eleva verso l’alto, ispirandoci ad Hanuman, perché ci porti ad avere sempre maggiore fede e sincera devozione nella pratica dello Yoga.

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