Qualche consiglio da parte di Abhijata per praticanti e futuri insegnanti
Di seguito vi riporto un’intervista rilasciata da Abhijata a luglio 2016 circa la figura di suo nonno e qualche consiglio per praticanti e futuri insegnanti. Potete trovare la versione originale dell’intervista nel canale Youtube di Pragya Bhatt.
Domanda: Secondo la tua opinione qual è il ruolo di un Guru in questo contesto moderno visto che i tempi sono cambiati, la pratica è cambiata e le persone sono cambiate?
Abhijata: Credo che la parola “Guru” venga utilizzata fin troppo facilmente in questi ultimi tempi, perché perlopiù quello che vediamo sono degli insegnanti, degli istruttori, persone che insegnano, persone che hanno la capacità di guidare una classe. Il Guru invece è qualcuno che ti dà delle lezioni di vita e non tutti hanno la fortuna di trovare un Guru così come non tutti possono diventare un Guru.
Domanda: Si dice che quando l’allievo è pronto compare il Guru e questo è giusto però è anche vero che potrebbe un po’ deresponsabilizzare l’allievo che potrebbe fare il minimo indispensabile in attesa di trovare il Guru. Tuttavia quello che ti voglio chiedere è: i giovani che praticano dovrebbero attivarsi concretamente per riuscire a trovare un loro Guru o devono semplicemente continuare a praticare normalmente ed il Guru apparirà anche per loro?
Abhijata: Io sono stata molto fortunata a trovare il mio Guru quindi non credo che sia corretto da parte mia rispondere a questa domanda perché io sono stata molto fortunata a nascere in questa famiglia e ad avere come insegnanti non solo B.K.S. IYENGAR ma anche i miei zii, Geetaji e Prashantji.
Ma quello che posso dire è che è un processo di crescita di entrambi nel senso che l’insegnante gradualmente può diventare un Guru ma anche l’allievo gradualmente può diventare un Sishya.
Domanda: E questa è proprio una domanda che volevo farti e cioè quand’è che tuo nonno, quello che fino a quel momento era stato tuo nonno si è trasformato nel tuo Guru e tu ti sei accorta che è avvenuta questa trasformazione?
Abhijata: Sinceramente non lo so, non so dirti quand’è che ha smesso di essere per me la figura di nonno e si è trasformato nella figura di Guru.
Io mi sono trasferita a Puna spinta dalla curiosità di capire come mai così tante persone da varie parti del mondo arrivavano qui nell’Istituto di mio nonno per poter apprendere da lui e quindi la curiosità mi ha spinto a dire: -Fammi vedere di cosa si tratta-
È così che è iniziato il mio percorso nello Yoga.
Domanda: E attualmente ci sono molti giovani insegnanti. Pensi che il modo in cui tu o gli altri giovani insegnanti insegnate sia diverso non solo dal modo in cui tuo nonno ha cominciato ad insegnare ma anche dal modo in cui il suo Guru insegnava a lui?
Abhijata: Io non ho visto direttamente insegnanti più anziani o precedenti a me insegnare ma ho sentito delle storie, ho sentito per esempio la storia di quando mio nonno non riusciva a fare Hanumanasana quando era un giovane praticante e obiettò al suo Guru: – Io non posso fare questa posizione perché i miei pantaloni sono troppo stretti – e lui disse agli altri allievi:- Dategli un paio di forbici! – e gli tagliò i pantaloni. Credo che nei tempi antichi questa fosse la metodica, il comportamento dei Guru.
Io sono stata tirata su in un tipo di insegnamento completamente diverso, non era così che insegnava mio nonno, né mia zia Geeta e quindi posso solo parlare di come loro hanno insegnato a me.
Domanda: Qual è una tua giornata tipica: quand’è che ti alzi, quand’è che pratichi?
Abhijata: Adesso mia figlia va a scuola, quindi un pochino la mia vita è cambiata e dunque mi sveglio, l’accompagno a scuola e comincio la mia pratica intorno alle nove. Pratico fino a circa mezzogiorno, mentre 2/3 giorni a settimana faccio anche una pratica pomeridiana dalle 16:00 alle 18:00. E poi insegno due giorni a settimana. Mio nonno diceva sempre che se fai un’ora di insegnamento per compensare devi fare tre ore di pratica.
Domanda: E i tuoi consigli per i praticanti nella tradizione Iyengar? Non solo per quanto riguarda la pratica ma anche per quanto riguarda la dieta e la condotta di vita.
Abhijata: Prima di tutto la pratica poi la condotta da seguire. Praticate, praticate con tutto il cuore, praticate con sincerità. Spesso ci prendiamo in giro e neanche ce ne accorgiamo.
Se ci troviamo in difficoltà ci fermiamo e diciamo “Aldilà di questo io non posso proprio fare di più” ed è un tipico atteggiamento della mente. È molto difficile superare questo se non si ha un buon insegnante.
Spesso Guruji mi diceva: – Non stai facendo il tuo massimo, puoi fare di più!– mentre io in quel momento ero veramente convinta che più di quello che stavo facendo non sarei riuscita a fare.
Io sono stata fortunata perché per me c’era lui che mi spronava. Non si tratta comunque soltanto di una questione di quantità.
Il punto è che le asana hanno a che fare anche con i nostri schemi mentali. Spesso vogliamo fuggire, spesso vogliamo fare molto al di sotto di quello che realtà siamo in grado di fare. Se si ha un buon insegnante, se si ha fortuna di avere un buon insegnante sarà lui a spronarvi a dare di più; in altri casi siete voi stessi che dovete trovare in voi la disciplina per superare questi limiti mentali.
E per quanto riguarda la dieta se continuate a praticare in realtà sarà la dieta stessa a trasformarsi perché per esempio vi accorgerete che se fate un pasto leggero la vostra pratica, dopo, sarà molto migliore mentre se mangiate cibi troppo piccanti la pratica sarà più difficile.
Domanda: Vuoi dire qualcosa circa il vegetarianismo?
Abhijata: Io sono nata vegetariana quindi non conosco l’altro punto di vista. Anche mio nonno non insisteva su questo, diceva semplicemente di praticare.
Domanda: E per quanto riguarda la condotta?
Abhijata: Beh, per quanto riguarda la condotta devo dire che non è una cosa che riguarda soltanto l’essere dei buoni praticanti ma riguarda l’essere dei buoni esseri umani.
Domanda: Consigli per chi vuole diventare un insegnante di Iyengar Yoga?
Abhijata: Bisogna capire che prima di diventare insegnanti di Iyengar Yoga bisogna fare un profondo lavoro. Io vedo che ci sono sempre più persone che vogliono diventare insegnanti di Iyengar Yoga. Non so se questo è dovuto alla popolarità del metodo, ai media o per il fatto che è diventata maggiore la richiesta di insegnanti di Yoga. Quale che sia la motivazione non bisogna però scendere a compromessi sulla qualità quindi non bisogna avere fretta di diventare insegnanti.
Anche nel sistema scolastico prima c’è l’asilo poi ci sono le elementari e le medie e poi magari si comincia a insegnare all’asilo. È un percorso molto lungo prima di dire di essere veramente pronti ad insegnare.